Letta: «Corsa alla barbarie di Grillo è senza
fine»
Il portavoce
Casalino attacca la Bignardi chiamando in causa Sofri. Il premier: «Solidarietà
alla giornalista e al marito»
«È una corsa verso la barbarie che pare
senza fine». Anche il premier Enrico Letta si
getta nella mischia delle polemiche che da alcuni giorni ruotano attorno al
Movimento 5 Stelle. E lo fa contestando un post pubblicato sul blog di Beppe
Grillo da Rocco Casalino, ex «inquilino» del Grande Fratello e oggi portavoce dei
pentastellati. Casalino se la prende con Daria Bignardi, conduttrice de Le
invasioni barbariche, per l’intervista di venerdì sera ad
Alessandro Di Battista e la accusa di avere indugiato troppo con le domande sul
passato fascista del padre del deputato pentastellato, giudicato irrilevante,
come se, per parallelo, ci si riferisse a lei o ai suoi figli insistendo sulle
vicende che in passato hanno coinvolto Adriano Sofri, padre del marito Luca.
Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini,
da giorni a sua volta nel mirino dei grillini, è intervenuta sulla vicenda,
parlando di «pestaggio mediatico» e sottolineando che «la rete è una grande
opportunità, è uno spazio bellissimo che non può essere usato in questo modo
violento».
IL CASUS BELLI - La
giornalista, per Casalino, è insomma colpevole di avere fatto domande sulla
passata appartenenza fascista del padre del deputato grillino. Per
«redarguirla» l’ex gieffino chiama in causa il marito, Luca Sofri, e il padre
di quest’ultimo, Adriano, ex leader di Lotta Continua, condannato quale
mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi, avvenuto a Milano nel
1972. «Come sarebbe per te - scrive Casalino - se ti invitassi a una
trasmissione tv e le domande fossero: come si sente tuo figlio a scuola ad avere
il nonno mandante di un assassino? Come è l’ aver sposato il figlio di un
assassino? E se insistessi su questa domanda come hai fatto tu per il padre ex
fascista di Di Battista?». L’esponente del M5S evidenzia poi la coincidenza
della presenza in trasmissione di Corrado Augias, intervenuto subito dopo Di
Battista, che parlando dei grillini li ha definiti neofascisti. Un uno-due che
per Casalino è la prova di una trappola premeditata nei confronti del
parlamentare. Peraltro, puntualizza, che il padre di Di Battista è «un ex
fascista, ora vota M5S». Nel 2010, alla Zanzara,
su Radio 24, si dichiarava invece onorato di essere chiamato camerata e di
partecipare alle manifestazioni in piazza «vestito da fascista» (ASCOLTA).
IL COMMENTO DI LETTA - Il
parallelo con Sofri non è in ogni caso piaciuto a Letta. «È scandaloso, non
posso non commentarlo, pur essendo concentrato qui» dice il premier da Doha,
negli Emirati, dove prosegue la sua visita ufficiale . «Ho letto sul blog di
Grillo frasi folli verso una giornalista, Daria Bignardi e suo marito -
sottolinea il capo del governo -. È una corsa verso la barbarie, intrapresa da
Grillo che pare senza fine. Non ci può essere tolleranza verso questo modo di
fare politica». Per Letta le frasi sul blog sono «ingiuriose, intollerabili e
insopportabili».
L’INTERVISTA
- Di Battista era comunque
apparso a suo agio davanti alle telecamere e nonostante poi in rete
ci siano state molte prese di posizione ironiche nei suoi confronti,
aveva risposto senza problemi a tutte le domande. Anche a quella su
un suo possibile ruolo di premier: il parlamentare ha
detto che si sentirebbe tranquillamente all’altezza. Le domande sul
padre non devono però essere piaciute allo staff comunicazione di
Grillo che via blog ha pensato bene di ripagare la giornalista con la
stessa moneta.
I
«POTENZIALI STUPRATORI» - Nel
frattempo non si è spenta l’eco delle polemiche innescate l’altro
giorno dai commenti
sessisti comparsi in calce di un altro post di Beppe Grillo, quello
che rilanciava una video-beffa ai danni di Laura Boldrini. Commenti
lasciati online per l’intera giornata di sabato e rimossi solo nel
tardo pomeriggio. Intervenendo da Fabio Fazio, la stessa presidente
della Camera aveva definito gli autori di quei commenti
come «potenziali
stupratori».
In mattinata a rilanciare la diatriba era stato Claudio Messora,
responsabile comunicazione del M5S al Senato, che con un tweet aveva
chiosato: «Cara Laura, volevo tranquillizzarti.. Anche se noi del
blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori, tu non corri
nessun rischio!». Un commento giudicato da più parti velenoso e
offensivo, al punto che lo stesso Messora ha poi fatto dietrofront:
«Non era mia intenzione offendere Laura Boldrini. Se a causa di una
mia battuta è accaduto, me ne scuso. Ora torniamo a parlare di
contenuti».
da IL Corriere Della Sera.it
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