Announo, ex poliziotti su Mafia Capitale: “Mafia e politica dividono lo stesso territorio”
Ieri sera, ad Anno Uno, è andato in onda una clamorosa video-denuncia, in cui 2 ex poliziotti della Mobile di Roma ha raccontato la loro assurda vicenda: “Nel 2003 avevamo già scoperto e denunciato Mafia Capitale. Ma siamo stati bloccati.” Da chi?, chiede il cronista. Ecco la risposta, che lascia a bocca aperta.
Stefano
Bianchi incontra ad Ostia Gaetano Pascale e Piero Fierro, ex
poliziotti della squadra mobile di Roma. I due agenti già lo scorso
anno avevano
rivelato al cronista de ilfattoquotidiano.it Luca Teolato gli
insabbiamenti delle inchieste da loro condotte.
Nel 2003 Pascale aveva messo le mani sulla mafia di Ostia,
prima che lo facesse l’inchiesta “Nuova Alba”. Ma è stato
fermato da qualcuno. “Questa cosa ha favorito i narcotrafficanti”
– dichiara Fierro – “La prendo con ironia ma bisognerebbe
scappare da ‘sto Paese. Ho fatto un giuramento: essere fedele alla
patria. e da allora ho preso solo calci in faccia”. E rivela: “Nel
2003 eravamo arrivati alle stesse conclusioni del 2013. C’è stato
un solo problema: c’hanno fermato. La mafia e la politica dividono
lo stesso territorio: o si mettono d’accordo o si sparano. Voi
avete mai visto un politico sparato a Roma?”. E aggiunge: “A Roma
c’era Pippo Calò. Secondo voi una volta morto lui hanno tirato giù
la saracinesca e scritto ‘chiuso per ferie’. Ho cercato solo di
fare il mio dovere: lo sbirro. Ero pagato per questo. poco, ma per
questo”
Stefano
Bianchi ha incontrato ad Ostia Gaetano Pascale e Piero Fierro, ex
poliziotti della squadra mobile di Roma. I due agenti già lo scorso
anno avevano
rivelato al cronista de ilfattoquotidiano.it Luca Teolato gli
insabbiamenti delle inchieste da loro condotte.
Nel
2003 Pascale aveva messo le mani sulla mafia di Ostia, prima che lo
facesse l’inchiesta “Nuova Alba”.
Ma
è stato fermato da qualcuno.
“Questa
cosa ha favorito i narcotrafficanti”
– dichiara Fierro – “La
prendo con ironia ma bisognerebbe scappare da ‘sto Paese. Ho fatto
un giuramento: essere fedele alla patria. e da allora ho preso solo
calci in faccia”.
E
rivela: “Nel 2003 eravamo arrivati alle stesse conclusioni del
2013. C’è stato un solo problema: c’hanno fermato. La mafia e la
politica dividono lo stesso territorio: o si mettono d’accordo o si
sparano. Voi avete mai visto un politico sparato a Roma?”.
E
aggiunge: “A Roma c’era Pippo Calò. Secondo voi una volta
morto lui hanno tirato giù la saracinesca e scritto ‘chiuso per
ferie’. Ho cercato solo di fare il mio dovere: lo sbirro. Ero
pagato per questo. poco, ma per questo”.
Come
raccontava anche Repubblica,
“la
parola fine alla mafia di Ostia-Roma poteva essere scritta 10 anni
fa. Perché quei nomi e cognomi eccellenti della malavita, quei
traffici di droga e quei giri di armi, quell’impero economico su
cui stavano mettendo le mani i clan (e
che fanno parte anche dell’inchiesta Mondo di Mezzo, ndr), erano
sotto la lente di un pool di investigatori a cui qualcuno recise le
ali. Piero Fierro, agente pluridecorato della polizia di frontiera e
Gaetano Pascale, eccellente investigatore della Narcotici alla
Mobile, insieme ad altri cinque colleghi erano a un passo dalla
verità.
Ma
qualcuno decise di stroncare la loro carriera, di metterli fuori dai
giochi. E oggi i sette poliziotti sono in pensione, con cause per
mobbing ancora aperte (seguite dall’avvocato Floriana De Donno) e
procedimenti penali che li hanno trascinati da un giorno all’altro
nella bufera, archiviati.”
Lo
Stato ha fermato, deliberatamente, alcuni dei suoi agenti migliori
per proteggere i mafiosi.
E
allora le domande che ci poniamo sono: chi li ha fermati? Chi si
voleva proteggere?
Fonte: infiltrato.it
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