Regionali Forza Italia, Fitto pronto a contestare liste e uso del simbolo: "Caro Silvio Berlusconi, ti porto in tribunale"
Alessandro De Angelisalessandro.de.angelis@huffingtonpost.it
La
rissa è destinata a finire in tribunale: “Qua – dice Fitto ai
suoi – è tutto illegittimo, illegittimi gli organi, illegittimi i
dirigenti di Forza Italia. Se ci tengono fuori dalle liste, il 1°
maggio faccio ricorso e ci vediamo in tribunale”. Le fiamme
dell’odio bruciano quel che resta di Forza Italia. Silvio
Berlusconi, rientrato a Milano dopo la remise en forme a Villa
Certosa, pare un fiume in piena: “Ingrati, traditori, gente che mi
deve tutto e gioca allo sfascio”.
Tira
dritto l’ex premier che è riuscito a incassare sul suo candidato,
Adriana Poli Bortone, il sostegno della Lega, ma non quello della
Meloni che è in contatto diretto col capo dei ribelli: “La Russa e
Giorgia – spiegano ad Arcore – si giocano con Fitto la partita
del ‘dopo’, aspettano il big bang per poi marciare sulle
macerie”. Tira dritto pure Raffaele Fitto, che ha già consultato i
legali per mettere nero su bianco una valanga di ricorsi: “Qua –
ripete il capo dei ribelli – siamo solo all’inizio. Li farò
impazzire”. Il commissario Vitali ha già detto che Fitto è fuori
da Forza Italia e non può usare il simbolo. Pronta la contromossa:
appena saranno presentate le liste di Forza Italia che sanciranno
l’esclusione dei fittiani, la rissa si sposta nei tribunali. Fitto
è pronto a contestare tutto, compreso l’utilizzo del simbolo di
Forza Italia. La questione è già sul tavolo dei legali dell’ex
governatore: “Il punto – spiega uno di loro all’HuffPost - è
che non è illegittima solo questa o questa norma, ma è illegittimo
lo statuto. Perché, sciolto il Pdl e riesumata Forza Italia, non è
stato mai votato da un congresso. Mai”. Fa notare il legale che è
illegittimo pure il presidente Silvio Berlusconi. Carta canta,
all’articolo 19: “Il presidente del Movimento Politico Forza
Italia è eletto dal Congresso Nazionale secondo le modalità
previste dal regolamento”. Ma il congresso non si è fatto:
“L’Epurator è abusivo” mormorano i ribelli.
Ecco
è questo il clima che si respira nella campagna elettorale che
rischia di passare alla storia come quella del disastro totale.
Perché la verità è che il big bang pare essere l’obiettivo di
tutte le parti in causa. Fitto in Veneto convergerà sul polo di
Flavio Tosi, assieme ad Alfano. E presenterà liste anche in
Campania. Pure Silvio Berlusconi pensa alla prima mossa dopo il
disastro: l’ex premier lascia trapelare dagli spifferatori
ufficiali che è pronto a un ennesimo ritorno in campo e a una
campagna elettorale senza risparmiarsi, ma in verità ha spiegato,
nei vertici che contano – quelli con la famiglia – che non ha
alcuna intenzione di metterci la faccia. E non c’entra nulla la
prudenza legata alla questione giudiziaria, si chiami Ruby ter o
attesa per il certificato che attesta la fine dei servizi sociali a
Cesano Boscone.
L’inabissamento
è legato a una strategia precisa: “Berlusconi – sussurra una
fonte livello - dice che le regionali andranno male. Sarà una
catastrofe, si aspetta un 6 a 1 per Renzi. Quindi prova a starsene
fuori per poi scaricare le responsabilità sulla vecchia guardia e
dire il minuto dopo: colpa vostra, ora facciamo come dico io,
rinnoviamo tutto”. L’ultima suggestione è la creazione dei un
nuovo contenitore, sul modello dei “Repubblicani”: “Va dicendo
– prosegue la fonte – che bisogna fare come in America, da una
parte i democratici, dall’altro il Repubblicani anche se è alla
ricerca di un nome che non sia questo. E il 1° giugno l’idea è
dire: sciogliamoci tutti in un contenitore più ampio”. Il problema
è che, nell’ora del cupio dissolvi, è già chiaro che non si
scioglierà nessuno: né Salvini, né la Meloni, né Alfano. L’unico
partito che rischia di arrivare sciolto dagli elettori è Forza
Italia. Gli ultimi report della Ghisleri sono da brivido: Caldoro in
Campania è sotto e Giovanni Toti in Liguria pare fuori partita.
Perché sui giornali il candidato ha fatto trapelare solo una parte
del sondaggio, quello sul “nome”, omettendo che le liste della
sua coalizione sono sotto di dieci punti rispetto al Pd e omettendo
il sondaggio sulla credibilità del candidato, da cui non esce
affatto bene. Nemmeno la Ghisleri, che è una che ci prende sempre,
ha gradito che Toti uscisse sui giornali come uno che se la gioca
mentre appare avviato verso una sconfitta sicura. Perché la brava
Alessandra sono dieci anni che non ne sbaglia una, non può mica
sbagliare i dati della fine di un’epoca.
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