Soldi ai partiti, 180 milioni di rimborsi: così la Lega ha spremuto “Roma ladrona”
Il
Carroccio ha beneficiato di tutte le leggi sui contributi elettorali
statali. Dal 1988 al 2013. Dal fondatore Umberto Bossi al nuovo
leader Matteo Salvini. Passando per Roberto Maroni. Eppure il partito
ora ha le casse vuote. E vari processi aperti per le spese pazze dei
suoi vertici
di Francesco
Giurato e Antonio Pitoni per IL Fatto Quotidiano.it
Dalla Lega
Lombarda alla Lega Nord,
transitando dalla prima alla seconda repubblica a suon di miliardi
(di lire) prima e milioni (di euro) poi generosamente elargiti dallo
Stato. Dal 1988
al 2013sono
finiti nelle casse del partito fondato da Umberto
Bossi e
oggi guidato da Matteo Salvini,
dopo la parentesi di Roberto
Maroni,
179 milioni 961 mila. L’equivalente di 348
miliardi 453 milioni 826 mila lire.
Una cuccagna, sotto forma difinanziamento
pubblico e rimborsi elettorali,
durata oltre un quarto di secolo. Ma nonostante l’ingente flusso di
denaro versato nei conti della Lega oggi il piatto
piange.
Ne sanno qualcosa i 71 dipendenti messi
solo
qualche mese fa gentilmente alla porta dal Carroccio. Sorte
condivisa anche dai giornalisti
de “La Padania”,
storico organo ufficiale del partito, che ha chiuso i battenti a
novembre dell’anno scorso non prima, però, di
aver incassato oltre 60
milioni di euro in 17 anni.
Insomma, almeno per ora, la crisi la pagano soprattutto i dipendenti.
In attesa che lamagistratura faccia
piena luce anche su altre responsabilità. A cominciare da quelle
relative allo scandalo
della distrazione dei rimborsi elettorali,
che l’ex amministratore della LegaFrancesco
Belsito avrebbe
utilizzato in parte per acquistare
diamanti, finanziare investimenti tra Cipro e la Tanzania e
per comprare, secondo l’accusa, perfino una laurea in Albania al
figlio prediletto del Senatùr, Renzo
Bossi, detto il Trota.
Vicenda sulla quale pendono due procedimenti penali, uno a Milano e
l’altro a Genova.
MANNA
LOMBARDA Fondata nel 1982 da
Umberto Bossi, è alle politiche del 1987 che
la Lega Lombarda, precursore della Lega Nord, conquista i primi
due seggi in Parlamento.
E nel 1988, anno per altro di elezioni amministrative, inizia
a beneficiare del finanziamento pubblico:
128 milioni di lire (66 mila euro). Un inizio soft prima del balzo
oltre la soglia delmiliardo già
nel 1989, quando riesce a spedire anche due
eurodeputati a Strasburgo:
1,03 miliardi del vecchio conio (536 mila euro) di cui 906 milioni
proprio come rimborso per le spese elettorali sostenute per le
elezioni europee. Somma che sale a 1,8 miliardi lire (962 mila euro)
nel 1990, per poi scendere a 162 milioni (83 mila euro) nel 1991 alla
vigilia di Mani
Pulite.
Nel 1992 la Lega Lombarda, diventata proprio in quell’anno Lega
Nord, piazza
in Parlamento una pattuglia di 55
deputati e 25 senatori.
E il finanziamento pubblico lievita a
2,7 miliardi di lire (1,4 milioni di euro) prima di schizzare, l’anno
successivo, a 7,1 miliardi (3,7 milioni di euro). Siamo nel 1993:
sulla scia degli scandali di tangentopoli, con un referendum
plebiscitario (il
90,3% dei consensi) gli italiani abrogano il finanziamento pubblico
ai partiti. Che si adoperano immediatamente per aggirare il verdetto
popolare, introducendo il nuovo meccanismo del fondo
per le spese elettorale (1.600
lire per ogni cittadino italiano) da spartirsi in base ai voti
ottenuti. Un sistema che resterà in vigore fino al 1997 e
che consentirà alla Lega di incassare 11,8 miliardi di lire (6,1
milioni di euro) nel 1994, anno di elezioni politiche che fruttano al
Carroccio, grazie all’alleanza
con Forza Italia, una
pattuglia parlamentare di 117 deputati e 60 senatori. Nel 1995
entrano in cassa 3,7 miliardi (1,9 milioni di euro) e altri 10
miliardi (5,2 milioni di euro) nel 1996.
RIMBORSI
D’ORO L’anno
successivo, nuovo
maquillage per
il sistema di calcolo dei finanziamenti elettorali. Arriva «la
contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici», che
lascia ai contribuenti la possibilità di destinare il 4
per mille dell’Irpef(Imposta sul
reddito delle persone fisiche) al finanziamento di partiti e
movimenti politici fino ad un massimo di 110 miliardi di lire (56,8
milioni di euro). Non solo, per il 1997, una norma
transitoria ingrossa
forfetariamente a 160 miliardi di lire (82,6 milioni di euro) la
torta per l’anno in corso. E, proprio per il ’97, per la Lega
arrivano 14,8 miliardi di lire (7,6 milioni di euro) che scendono
però a 10,6 (5,5 milioni di euro) iscritti a bilancio nel 1998. Un
campanello d’allarme che suggerisce ai partiti l’ennesimoblitz
normativo che,
puntualmente, arriva nel 1999:
via il 4 per mille, arrivano
i rimborsi elettorali (che
entreranno in vigore dal 2001). In pratica, il totale ripristino
del vecchio finanziamento pubblico abolito
dal referendum del 1993 sotto mentite spoglie: contributo fisso di
4.000 lire per abitante e ben 5
diversi fondi (per
le elezioni della Camera, del Senato, del Parlamento Europeo, dei
Consigli regionali, e per i referendum) ai quali i partiti potranno
attingere. Con un paletto: l’erogazione si interrompe in caso di
fine anticipata della legislatura.
ELEZIONI,
CHE CUCCAGNA Intanto,
sempre nel 1999, per la Lega arriva un assegno da 7,6 miliardi di
lire (3,9 milioni di euro), cui se ne aggiungono altri due da 8,7
miliardi (4,5 milioni di euro) nel 2000 e nel 2001. E’ l’ultimo
anno della lira che, dal 2002, lascia il posto all’euro. E, come
per effetto dell’inflazione, il contributo
pubblico si adegua alla
nuova valuta: da 4.000 lire a 5 euro, un euro per ogni voto ottenuto
per ogni anno di legislatura, da corrispondere in 5 rate annuali. E
per la Lega, tornata di nuovo al governo nel 2001, è un’escalation
senza sosta: 3,6
milioni di euro nel 2002, 4,2 nel 2003, 6,5 nel 2004 e 8,9 nel 2005.
Una corsa che non si arresta nemmeno nel 2006,
quando il centrodestra viene battuto alle politiche per la seconda
volta dal centrosinistra guidato da Romano
Prodi:
nonostante la sconfitta, il Carroccio incassa 9,5 milioni e altri 9,6
nel 2007. Niente a confronto della cuccagna che inizierà nel 2008,
quando nelle casse delle camicie verdi finiscono la bellezza di 17,1
milioni di euro.
CARROCCIO
AL VERDE E’
l’effetto moltiplicatore di undecreto
voluto dal governo Berlusconi in
base al quale l’erogazione dei rimborsi elettorali è dovuta per
tutti i 5 anni di legislatura, anche
in caso discioglimento anticipato delle Camere. Proprio a partire dal
2008, quindi, i partiti iniziano a percepire undoppio
rimborso,
incassando contemporaneamente i ratei annuali della XV e della XVI
legislatura. Nel 2009 il partito di Bossi sale così a 18,4 milioni
per toccare il record
storico con i 22,5 milioni del 2010. Anno
in cui, sempre il governo Berlusconi, abrogherà il precedente
decreto ponendo fine allo scandalo del doppio rimborso. E anche i
conti della Lega ne risentiranno: 17,6 milioni nel 2011. La cuccagna
finisce nel 2012 quando il governo
Monti taglia il fondo per i rimborsi elettorali del 50%.
Poi la spallata finale inferta dall’esecutivo di Enrico
Letta che
fissa al 2017 l’ultimo anno di erogazione dei rimborsi elettorali
prima della definitiva scomparsa. Per il Carroccio c’è ancora
tempo per incassare 8,8 milioni nel 2012 e 6,5 nel 2013. Mentre “La
Padania” chiude i battenti e i dipendenti finiscono in cassa
integrazione.
FINANZIAMENTI
E RIMBORSI ELETTORALI ALLA LEGA NORD
(1988-2013)
1988
€ 66.249,25 (128.276.429 lire)
1989 € 536.646,25 (1.039.092.041 lire)
1990 € 962.919,55 (1.864.472.246 lire)
1991 € 83.903,87 (162.460.547 lire)
1992 € 1.416.991,83 (2.743.678.776 lire)
1993 € 3.707.939,87 (7.179.572.723 lire)
1994 € 6.125.180,49 (11.860.003.225 lire)
1995 € 1.915.697,39 (3.709.307.393 lire)
1996 € 5.207.659,00 (10.083.433.932 lire)
1997 € 7.648.834,36 (14.810.208.519 lire)
1998 € 5.518.448,11 (10.685.205.533 lire)
1999 € 3.947.619,62 (7.643.657.442 lire)
2000 € 4.539.118,41 (8.788.958.807 lire)
2001 € 4.511.422,19 (8.735.332.610)
2002 € 3.693.849,60
2003 € 4.284.061,62
2004 € 6.515.891,41
2005 € 8.918.628,37
2006 € 9.533.054,95
2007 € 9.605.470,43
2008 € 17.184.833,91
2009 € 18.498.092,86
2010 € 22.506.486.93
2011 € 17.613.520,09
2012 € 8.884.218,85
2013 € 6.534.643,57
1989 € 536.646,25 (1.039.092.041 lire)
1990 € 962.919,55 (1.864.472.246 lire)
1991 € 83.903,87 (162.460.547 lire)
1992 € 1.416.991,83 (2.743.678.776 lire)
1993 € 3.707.939,87 (7.179.572.723 lire)
1994 € 6.125.180,49 (11.860.003.225 lire)
1995 € 1.915.697,39 (3.709.307.393 lire)
1996 € 5.207.659,00 (10.083.433.932 lire)
1997 € 7.648.834,36 (14.810.208.519 lire)
1998 € 5.518.448,11 (10.685.205.533 lire)
1999 € 3.947.619,62 (7.643.657.442 lire)
2000 € 4.539.118,41 (8.788.958.807 lire)
2001 € 4.511.422,19 (8.735.332.610)
2002 € 3.693.849,60
2003 € 4.284.061,62
2004 € 6.515.891,41
2005 € 8.918.628,37
2006 € 9.533.054,95
2007 € 9.605.470,43
2008 € 17.184.833,91
2009 € 18.498.092,86
2010 € 22.506.486.93
2011 € 17.613.520,09
2012 € 8.884.218,85
2013 € 6.534.643,57
TOTALE
179.961.382,78
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